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13:48
by emi.
28 giorni di niente: è record. Silenzio dovuto ai molti impegni ma soprattutto a una crisi (di quelle positive e salutari, non di quelle tristi e paranoiche), innescata dal ripensamento sulla funzione/ragione del tenere un blog. Dubbi che avevo da tempo e che solo la mia tipica pigrizia ha spinto ad aggirare, proseguendo i postaggi nel vano tentativo di migliorare forma e contenuti; una sorta di patetico processo riformista. Quello che all’inizio volevo fare erano delle recensioni significative che potessero andare un po’ oltre la materia trattata, rendendo visibile il rapporto dell’opera con una specifica realtà, illustrare un’esperienza condivisibile da altri.Credo di esserci riuscito molto raramente, un po’ per demerito mio, un po’ perché non è che dischi, libri o film che siano rappresentativi di una realtà concreta si trovino tutti i giorni (ma non è anche questa selezione sbagliata colpa mia?). Pensandoci, solo il pezzo su Torino e i Contr-Azione si è avvicinato alle mie intenzioni e forse non a caso è stato l’unico ad avere dei riscontri esterni.
Tempestivamente poi, su questo filone personale, si è innestata una discussione sulla mailing list del La Mini riguardante il rapporto/scontro fra ‘zine cartacee e telematiche, e anche qui, inevitabilmente, sono uscite le ragioni, comuni alla carta e alla rete, del perché si scriva. Ma non sol quelle; del calderone facevano parte anche: il rimpianto del passato vs. le aspettative per il futuro; il calore della carta vs. la freddezza dello schermo; il valore della ricerca vs. la comodità della reperibilità in rete; la mobilità/praticità del supporto cartaceo vs. l’obbligata sedentarietà del computer.
Davanti a una tale mole di questioni mi sono obbligatoriamente fermato. Con che risultato? A tutt’oggi non ho trovato alcuna risposta; sono ancora impegnato a riordinare le idee e le varie obiezioni, e pensavo potesse essere interessante, oltre che utile, farlo in questo spazio.
Per la prossima settimana cercherò di organizzare un compendio di quello che si è detto su La Mini ML, che ha degli spunti interessanti, poi man mano vedrò il da farsi.
Ad accompagnarmi nel viaggio saranno, in rotazione fissa sul mio stereo, gli incredibili Ronin, che tagliano l’Europa da ovest a est, dalla penisola Iberica, alla Pianura Padana ai Balcani passando, in barba alla geografia, per Twin Peaks.
P.S.: è un bel caso che, in questo momento in cui guardo un po’ avanti e un po’ indietro, tante persone che non sentivo da un po’ mi si parino davanti in nuova veste. Robertino M:R.P.N. con gli splendidi Frontiera, proseguimento coerente ma non pedissequo e nostalgico del mito dei Kina. Luca Mauri con un nuovo gruppo e una nuova etichetta, che esordisce riproponendo il lost album dei Città Sotterranea. E il Pecorari, immancabilmente logorroico e in egual misura scemo e perspicace, con una ‘zine (ehilà!) cartacea. Ben ritrovati.